Rita Vitaloni
TUTTI I COLORI DEL BUIO opera del progetto IL COLORE DEGLI SFRATTATI - Autoritratto
Chi ama dipingere o eseguire lavori artistici a  volte  desidera farsi degli autoritratti. Anch'io da tempo pensavo di fare un autoritratto e quando mi è stato chiesto di farlo per una Mostra la mia decisione era già presa da molto tempo -  " qual’ era il mio autoritratto ?" - per me era importante che rispecchiasse una realtà vera, per questo avevo deciso che doveva poggiarsi su una vera fotografia, ma non una  fotografia qualunque. Doveva essere una foto in cui si mette a nudo il vero interiore della   persona,  in cui la mia interpretazione non doveva scalfire la realtà che deve essere insita nel vero autoritratto. Questa foto rappresenta il vero sguardo di una persona abbandonata a se stessa, la base dell'opera è una foto scattata al supermercato mentre stavo per essere sfrattata, ero andata a far la spesa per la mia famiglia, sapendo  che sarebbe stata forse l'ultima spesa prima dell'arrivo dell'ufficiale giudiziario. Mio figlio di 5 anni voleva giocare e visto la macchinetta delle foto ha voluto che facessi una foto in bianco e nero: in quella foto era ben presente lo sguardo di una madre che ha bussato a tante porte perchè non venisse tolta una casa creata per il suo bimbo, il nido di tanti sacrifici per un’ esistenza serena, e ora non aveva più nulla da sperare. Mi sentivo inerme,  impotente verso una grande ingiustizia, non ero stata capace di aiutare mia madre perchè non soffrisse  per tale  vicenda che l'ha portata alla morte  e ora doveva vedere sfrattare suo figlio. Ecco in quella foto il vero sguardo di chi non ha speranza, ora dopo tanti anni di continua sofferenza le viene chiesto un autoritratto, lo sapevo che quella foto sarebbe stata la base di  un opera del progetto del IL COLORE DEGLI SFRATTATI, ma dopo malessere  di anni non mi sentivo di affrontare tale lavoro,  ma con la mostra ho dovuto farlo e penso che abbia messo in questa opera  così vogliamo chiamarla, la mia profonda essenza, il colore  cerca di far rivivere, ma il vuoto e il nero intorno è angosciante proprio come  l'indifferenza intorno a chi soffre e a volte arriva a gesti estremi sentendosi leso nella dignità di essere umano.
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Autoritratto
Chi ama dipingere o eseguire lavori artistici a volte desidera farsi degli autoritratti. Anch'io da tempo pensavo di fare un autoritratto e quando mi è stato chiesto di farlo per una Mostra la mia decisione era già presa da molto tempo - " qual’ era il mio autoritratto ?" - per me era importante che rispecchiasse una realtà vera, per questo avevo deciso che doveva poggiarsi su una vera fotografia, ma non una fotografia qualunque. Doveva essere una foto in cui si mette a nudo il vero interiore della persona, in cui la mia interpretazione non doveva scalfire la realtà che deve essere insita nel vero autoritratto. Questa foto rappresenta il vero sguardo di una persona abbandonata a se stessa, la base dell'opera è una foto scattata al supermercato mentre stavo per essere sfrattata, ero andata a far la spesa per la mia famiglia, sapendo che sarebbe stata forse l'ultima spesa prima dell'arrivo dell'ufficiale giudiziario. Mio figlio di 5 anni voleva giocare e visto la macchinetta delle foto ha voluto che facessi una foto in bianco e nero: in quella foto era ben presente lo sguardo di una madre che ha bussato a tante porte perchè non venisse tolta una casa creata per il suo bimbo, il nido di tanti sacrifici per un’ esistenza serena, e ora non aveva più nulla da sperare. Mi sentivo inerme, impotente verso una grande ingiustizia, non ero stata capace di aiutare mia madre perchè non soffrisse per tale vicenda che l'ha portata alla morte e ora doveva vedere sfrattare suo figlio. Ecco in quella foto il vero sguardo di chi non ha speranza, ora dopo tanti anni di continua sofferenza le viene chiesto un autoritratto, lo sapevo che quella foto sarebbe stata la base di un opera del progetto del IL COLORE DEGLI SFRATTATI, ma dopo malessere di anni non mi sentivo di affrontare tale lavoro, ma con la mostra ho dovuto farlo e penso che abbia messo in questa opera così vogliamo chiamarla, la mia profonda essenza, il colore cerca di far rivivere, ma il vuoto e il nero intorno è angosciante proprio come l'indifferenza intorno a chi soffre e a volte arriva a gesti estremi sentendosi leso nella dignità di essere umano.
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